In questo blog ci riallacciamo al
discorso che avevamo fatto la settimana scorsa in merito alla tutela del
territorio (in particolare, all’abbandono abusivo di rifiuti) e facciamo un
altro passo in avanti.
Per combattere un fenomeno così
dequalificante e dannoso per il nostro ambiente, bisogna pianificare un sistema
di interventi il più possibile ad ampio spettro. Denunciare gli atti vandalici,
intensificare i controlli e sanzionare i trasgressori sono le azioni più
semplici ed immediate che si possono promuovere, e che sicuramente vanno
compiute, ma il fenomeno va combattuto ancora più in profondità, su tutti gli
aspetti possibili.
Un argomento che, a questo punto,
diventa inevitabile toccare è quello della gestione dell’isola ecologica. Una
struttura aperta 6 ore a settimana diventa una struttura che non assolve
pienamente il suo compito. Spessissimo, infatti, capita che il comune cittadino
sia addirittura invitato dal personale incaricato ad abbandonare il suo rifiuto
davanti al cancello (se non addirittura “giù
al fiume”), qualora dovesse trovare l’isola ecologica chiusa; oltretutto,
non esistono cartelli che indichino gli orari e le giornate in cui la struttura
è attiva, né i tipi di materiale che è possibile smaltire: bisogna solo avere
la fortuna di trovare aperto e chiedere informazioni al personale.
Ciò che ne scaturisce è l’immagine
di una gestione molto approssimativa, che fa tutto tranne che disincentivare
gli incivili dal compiere atti vandalici… e infatti è sufficiente fare pochi
metri nella campagna intorno all’isola ecologica per trovare abbandonati
rifiuti di ogni tipo. La foto della piccola discarica che vedete qui in basso è stata
scattata davanti al canile comunale, situato a circa 1 km di distanza dalla
struttura che teoricamente dovrebbe essere deputata allo smaltimento dei
rifiuti ingombranti.
Noi crediamo che sia fondamentale,
una volta che si è deciso (giustamente) di convertire il Comune al riciclaggio
e allo smaltimento intelligente dei rifiuti, rendere più attiva la struttura
dell’isola ecologica e pianificare in maniera migliore il processo di raccolta
del materiale. Si rende necessario, pertanto, un tavolo consultivo con i
dirigenti della società attualmente incaricata della gestione del servizio di
raccolta e smaltimento dei rifiuti, per valutare congiuntamente gli aspetti da
implementare.
Sappiamo, inoltre, che il
rifiuto, opportunamente smaltito ed impiegato, può diventare una risorsa
preziosa anche dal punto di vista economico. Soprattutto in un periodo
delicatissimo come questo, qualsiasi opportunità di guadagno (o quantomeno di
riduzione delle spese) deve essere valutata con la massima attenzione; ci
piacerebbe proporre e sviluppare in sede amministrativa delle idee in merito ad
utilizzi più redditizi del ciclo del riciclaggio dei rifiuti a cui stiamo
lavorando in questi giorni, confrontando esperienze, competenze e prospettive.
Nello scorso intervento avevamo
detto chiaramente che un’amministrazione comunale da sola non può cambiare la
coscienza civica della gente. Allo stesso tempo, però, è possibile fare la
propria, piccola parte per invertire la tendenza. Nel processo di conversione
del Comune dall’indifferenziato al riciclaggio, abbiamo riscontrato una certa
carenza dell’amministrazione riguardo all’aspetto comunicativo ed informativo:
molti cittadini, soprattutto i più anziani, hanno avuto notevoli difficoltà ad
adeguarsi al nuovo sistema di smaltimento dei rifiuti e ancora adesso non c’è
totale chiarezza sul “questo dove lo butto?”.
Attraverso una campagna di
informazione e sensibilizzazione, da condurre soprattutto all’interno delle
scuole, si potrebbe raggiungere un plurimo obiettivo con una sola azione:
istruire i piccoli cittadini del futuro ad un approccio corretto con l’azione
del “gettare l’immondizia”; aiutare chi, più in là con gli anni, fatica ad
entrare nella forma mentale del nuovo modo di smaltire i rifiuti; informare
meglio sui tipi di prodotti da gettare nei vari contenitori; sensibilizzare
sull’importanza, sia ambientale che economica, della raccolta differenziata.
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