martedì 1 aprile 2014

Rifiuti, una gestione da migliorare


In questo blog ci riallacciamo al discorso che avevamo fatto la settimana scorsa in merito alla tutela del territorio (in particolare, all’abbandono abusivo di rifiuti) e facciamo un altro passo in avanti.
Per combattere un fenomeno così dequalificante e dannoso per il nostro ambiente, bisogna pianificare un sistema di interventi il più possibile ad ampio spettro. Denunciare gli atti vandalici, intensificare i controlli e sanzionare i trasgressori sono le azioni più semplici ed immediate che si possono promuovere, e che sicuramente vanno compiute, ma il fenomeno va combattuto ancora più in profondità, su tutti gli aspetti possibili.

Un argomento che, a questo punto, diventa inevitabile toccare è quello della gestione dell’isola ecologica. Una struttura aperta 6 ore a settimana diventa una struttura che non assolve pienamente il suo compito. Spessissimo, infatti, capita che il comune cittadino sia addirittura invitato dal personale incaricato ad abbandonare il suo rifiuto davanti al cancello (se non addirittura “giù al fiume”), qualora dovesse trovare l’isola ecologica chiusa; oltretutto, non esistono cartelli che indichino gli orari e le giornate in cui la struttura è attiva, né i tipi di materiale che è possibile smaltire: bisogna solo avere la fortuna di trovare aperto e chiedere informazioni al personale.
 
Ciò che ne scaturisce è l’immagine di una gestione molto approssimativa, che fa tutto tranne che disincentivare gli incivili dal compiere atti vandalici… e infatti è sufficiente fare pochi metri nella campagna intorno all’isola ecologica per trovare abbandonati rifiuti di ogni tipo. La foto della piccola discarica che vedete qui in basso è stata scattata davanti al canile comunale, situato a circa 1 km di distanza dalla struttura che teoricamente dovrebbe essere deputata allo smaltimento dei rifiuti ingombranti.
Noi crediamo che sia fondamentale, una volta che si è deciso (giustamente) di convertire il Comune al riciclaggio e allo smaltimento intelligente dei rifiuti, rendere più attiva la struttura dell’isola ecologica e pianificare in maniera migliore il processo di raccolta del materiale. Si rende necessario, pertanto, un tavolo consultivo con i dirigenti della società attualmente incaricata della gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, per valutare congiuntamente gli aspetti da implementare.
Sappiamo, inoltre, che il rifiuto, opportunamente smaltito ed impiegato, può diventare una risorsa preziosa anche dal punto di vista economico. Soprattutto in un periodo delicatissimo come questo, qualsiasi opportunità di guadagno (o quantomeno di riduzione delle spese) deve essere valutata con la massima attenzione; ci piacerebbe proporre e sviluppare in sede amministrativa delle idee in merito ad utilizzi più redditizi del ciclo del riciclaggio dei rifiuti a cui stiamo lavorando in questi giorni, confrontando esperienze, competenze e prospettive.
 
Nello scorso intervento avevamo detto chiaramente che un’amministrazione comunale da sola non può cambiare la coscienza civica della gente. Allo stesso tempo, però, è possibile fare la propria, piccola parte per invertire la tendenza. Nel processo di conversione del Comune dall’indifferenziato al riciclaggio, abbiamo riscontrato una certa carenza dell’amministrazione riguardo all’aspetto comunicativo ed informativo: molti cittadini, soprattutto i più anziani, hanno avuto notevoli difficoltà ad adeguarsi al nuovo sistema di smaltimento dei rifiuti e ancora adesso non c’è totale chiarezza sul “questo dove lo butto?”.
Attraverso una campagna di informazione e sensibilizzazione, da condurre soprattutto all’interno delle scuole, si potrebbe raggiungere un plurimo obiettivo con una sola azione: istruire i piccoli cittadini del futuro ad un approccio corretto con l’azione del “gettare l’immondizia”; aiutare chi, più in là con gli anni, fatica ad entrare nella forma mentale del nuovo modo di smaltire i rifiuti; informare meglio sui tipi di prodotti da gettare nei vari contenitori; sensibilizzare sull’importanza, sia ambientale che economica, della raccolta differenziata.

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